Gestione delle Criticità: 3 Strategie di Intelligenza Emotiva Applicata

3 Strategie per Gestire le Criticità in maniera Vincente

di Simona Ragusi

Apri gli occhi e ti svegli più riposato di quanto avresti dovuto essere…

Appena qualche secondo e lo realizzi:

non è suonata la sveglia!

Ti alzi di corsa, ti butti sotto la doccia; ti asciughi in tutta fretta e ti metti addosso le prime cose che peschi nell’armadio.

 

Esci senza fare colazione, non c’è abbastanza tempo.

Ti metti alla guida e ti rendi conto che arriverai sicuramente in ritardo a lavoro!

Che disastro, non ci voleva proprio.

Sei indeciso se avvisare o meno, pensi che se forse correrai un po’ potrai farcela…

 

Semaforo rosso: sei obbligato a fermarti.

Diventa verde, ingrani la marcia ma l’automobile davanti a te non dà nessun segno di vita, anzi, dalla luce degli stop comprendi che chi la sta guidando non ha nemmeno alzato il piede dal freno.

Perdi il controllo e suoni il clacson come ai mondiali del 2006.

L’uomo ti guarda dallo specchietto retrovisore e, innervosito, ti fa dei gestacci per mandarti a quel paese a causa della tua strombazzata.

 

Quante volte hai vissuto situazioni del genere?

Magari non necessariamente in automobile, ma probabilmente in moltissime circostanze degli eventi inaspettati hanno fatto andare nel pallone le tue emozioni, la tua razionalità e tutto te stesso.

 

È davvero possibile avere una buona gestione delle criticità e reagire in modo costruttivo?

Sì, lo è.

Grazie all’intelligenza emotiva.

Vediamo in che senso.

 

 

Cos’è l’Intelligenza Emotiva

 

 

L’intelligenza emotiva è il capitano della nave delle nostre emozioni; se ben sviluppata può servirci da guida e ci permette di navigare nel nostro mare emozionale sia quando è in buona che quando è in tempesta.

Si tratta di una competenza chiave che va molto oltre l’intelligenza cognitiva, quella misurate con il QI (quoziente intellettivo).

 

È la capacità di comprendere, gestire ed utilizzare le emozioni in modo efficace. E di saper fare lo stesso con le emozioni altrui.

 

Le sue cinque componenti principali sono:

  1. Consapevolezza di sé: La capacità di riconoscere e comprendere le proprie emozioni. Include riuscire a comprenderle anche prima del loro manifestarsi.
  2. Autoregolazione: L’arte di gestire e controllare le proprie emozioni, trasformando il caos interiore in calma. Questo non significa in alcun modo reprimerle, ma saperle canalizzare in modo corretto.
  3. Motivazione: L’energia propulsiva che guida verso gli obiettivi. Chi è dotato di intelligenza emotiva non tende a scoraggiarsi facilmente e non ha la necessità di essere continuamente incoraggiato dall’esterno, ma è in grado di ritrovare motivazione intrinseca.
  4. Empatia: L’abilità di percepire e comprendere le emozioni degli altri. L’empatia è il ponte che ci permette di connetterci agli altri.
  5. Abilità Sociali: Le relazioni interpersonali beneficiano enormemente dell’intelligenza emotiva. Quando si possiede questa enorme dote, si è in grado di approcciarsi e relazionarsi agli altri in modo costruttivo, creando così dei legami davvero forti, sinceri, stabili e duraturi.
Come vedi, l’intelligenza emotiva è una competenza che NON È POSSIBILE TRASCURARE.
Anzi, se proprio vogliamo dirla tutta: l’intelligenza cognitiva, senza una buona dose di intelligenza emotiva, può dimostrarsi DEL TUTTO INUTILE.
Ma come può aiutarci nella gestione delle criticità?
Andiamo a vedere.

Importanza della Gestione delle Criticità

 

Campo minato: a volte la gestione delle criticità assomiglia ad un campo minato. Ecco perché è fondamentale sviluppare intelligenza emotiva.

Gestire le criticità senza una buona intelligenza emotiva, sarebbe come girare per un campo minato con una benda sugli occhi.

 

Ci sono situazioni molto simili ad un campo minato, dove non sai bene come muoverti perché temi che, facendo il passo sbagliato, salti in aria tutto quanto.

Le emozioni lasciate senza guida possono trasformare un ostacolo in un terreno accidentato, rendendo la sfida ancora più complessa.

 

Ecco che una comprensione profonda di come le emozioni influenzino la nostra capacità di affrontare le difficoltà è la chiave per sviluppare una gestione efficace delle criticità.

 

Nelle situazioni critiche, la paura può paralizzare, l’ansia può offuscare il giudizio e la rabbia può distorcere la prospettiva.

Riconoscere queste emozioni è il primo passo verso una gestione efficace.

L’autoconsapevolezza diventa così la mappa da seguire per evitare di mettere il piede su una mina, consentendoci di identificare e comprendere le nostre reazioni innescate dalle criticità unite ad un’emotività lasciata allo sbaraglio.

Una volta comprese, le emozioni possono essere canalizzate attraverso l’autoregolazione.

Per esempio, la rabbia per una situazione che non ci piace può essere trasformata in determinazione a cambiarla definitivamente.

La paura di qualcosa di sconosciuto, può diventare la capacità di prevedere possibili conseguenze e agire in maniera cauta.

 

Questa capacità di adattamento emotivo diventa un superpotere nelle sfide, consentendoci di mantenere la chiarezza mentale quando ne abbiamo più bisogno.

 

Non bisogna tralasciare un’importantissima verità:

il benessere emotivo è strettamente collegato al successo personale e professionale.

 

Chi riesce a gestire le criticità con maturità emotiva può trasformare le avversità in opportunità di crescita.

 

Ad esempio, la capacità di affrontare un fallimento senza cedere alla disperazione, ma imparando dalle lezioni, diventa un trampolino per il successo futuro.

 

Andiamo allora a vedere le 3 strategie per gestire le criticità in maniera vincente.

Strategia 1: Riconoscimento delle Emozioni

 

Un ragazzo parla con i suoi amici per sfogarsi. In questo modo dà voce alle proprie emozioni e migliora la sua gestione delle criticità.

Apriti con qualcuno di cui ti fidi… Ti renderai conto di come buttare fuori ciò che provi ti darà una chiarezza incredibile.

 

Il riconoscimento delle emozioni è il primo passo cruciale nella gestione delle criticità.

 

Spesso, durante le situazioni critiche, le emozioni possono essere travolgenti, come una tempesta emotiva.

Il riconoscimento inizia con uno sguardo onesto dentro noi stessi.

  • Cosa sto provando in questo momento?
  • È ansia?
  • Ho paura di qualcosa?
  • Mi sento frustrato?
  • Provo rabbia?
  • Perché mi sento così?
  • Quali miei bisogni (rispetto, stima, amore, attenzioni) sento violati o non appagati?

 

Le emozioni portano sempre un messaggio con loro e la sincerità con sé stessi è il passo fondamentale per decifrarlo.

 

Un approccio di mindfulness può essere strumentale in questa fase.

Si tratta di una tecnica di rilassamento e piena presa di consapevolezza, che ci permette di osservare le emozioni senza giudizio, concedendo loro di esistere senza però esserne sopraffatti.

L’accettazione delle emozioni, anche quelle scomode, ci apre la porta per canalizzarle in modo corretto e costruttivo.

Ciò non implica necessariamente concordare con l’emozione, ma piuttosto accettare la sua presenza e il suo significato nella nostra esperienza.

 

Anche la verbalizzazione delle emozioni può facilitarne il riconoscimento.

Quante volte ti è capitato di essere così travolto da un’emozione da chiuderti in te stesso e non parlarne con nessuno?

Trasformare in parole ciò che si prova è, invece, un atto che ci porta ad un’enorme chiarezza mentale.

È come dare forma all’ombra, trasformando le emozioni nebulose in entità concrete che possono essere comprese e gestite.

 

Confidati, parla! Apriti con qualcuno di cui ti fidi.

Ti renderai conto di come buttare fuori ciò che provi ti darà una chiarezza incredibile.

Sarà come scogliere la matassa di pensieri aggrovigliati nel tuo cervello.

 

E, se proprio non c’è nessuno di cui ti fidi al 100%, allora scrivi.

Esterna ciò che senti anche solo in un diario: ti concederà di mettere ordine tra i tuoi pensieri e le tue emozioni.

 

Se l’argomento “Intelligenza Emotiva” ti interessa, non perderti il libro “Va’ dove ti porta il Cervello… (che con il cuore hai già fatto abbastanza casini)”.

Strategia 2: Analisi della Situazione

 

Fare un’analisi reale e obiettiva della situazione ci permetterà di prendere la decisione migliore.

 

Un’altra chiave per il riconoscimento è la consapevolezza del contesto.

La stessa emozione può avere sfumature diverse in contesti diversi. Ad esempio, la paura può essere una risposta adeguata a una minaccia reale, ma può essere ingiustificata in situazioni meno pericolose.

Considerare il contesto circostante è come regolare il mirino su un obiettivo, fornendo una visione chiara e senza distorsioni delle emozioni in gioco.

 

L’analisi della situazione è un’arte che richiede una mente lucida e una visione distante di fronte alle circostanze forti della vita.

È la capacità di valutare la situazione in modo obiettivo e razionale, sganciando le emozioni dal timone per permettere una navigazione chiara.

 

La prospettiva è fondamentale.

Spesso, quando siamo coinvolti in una situazione critica, l’emozione può fungere da filtro distorcente, alterando la percezione della realtà.

Hai mai provato degli occhiali da vista che non erano tuoi?

Scommetto che li hai tenuti su per appena qualche secondo: distorcevano in maniera così fastidiosa l’immagine che li hai dovuti togliere per evitare un mal di testa immediato.

Quando lasciamo le nostre emozioni a briglia sciolte, non riusciamo a vedere in modo obiettivo la situazione.

Questo genere di analisi richiede la capacità di guardare all’evento da diverse angolazioni, sganciando il nostro punto di vista personale per abbracciare una visione più ampia.

Questo processo è simile a salire su una torre d’osservazione, che ci offre una panoramica completa della situazione.

 

La raccolta di informazioni è un altro passo necessario per comprendere davvero una situazione.

In una circostanza critica, la mancanza di dati accurati può alimentare l’incertezza e compromettere la qualità delle nostre decisioni.

Ti è mai capitato di agire in preda all’impulso, per aver tratto delle conclusioni del tutto errate su una situazione?

A me sì… E, onestamente, l’imbarazzo con me stessa dopo essermi accorta di aver agito solo in base ai miei preconcetti è stato enorme.

L’analisi razionale coinvolge la ricerca di informazioni chiave e la comprensione delle dinamiche in gioco.

Questa fase è come raccogliere pezzi di un puzzle, cercando di costruire una visione chiara dell’immagine.

Solo con una comprensione completa della circostanza, sarai in grado di prendere la decisione migliore.

 

Strategia 3: Crea un piano di azione

 

Crea una strategia di azione, così da spostarti da dove non vuoi essere a dove vorresti essere.

 

Una volta che hai compreso come ti senti e quali tuoi bisogni senti violati o trascurati e che anche la situazione ti è chiara in maniera obiettiva e razionale, stabilisci delle azioni che ti portino a dove vorresti arrivare.

Per determinarle, fai questi passi:

  1. Pensa alle Conseguenze a Lungo Termine:
    • Analizza le conseguenze: Valuta attentamente le possibili conseguenze delle tue azioni. Pensa non solo al breve termine ma anche, e soprattutto, a come le tue decisioni potrebbero influenzare la situazione nel lungo periodo.
    • Immagina gli scenari futuri: Immagina come la tua azione potrebbe influire sulla tua vita e sulle relazioni, considerando gli scenari positivi e negativi. Questo esercizio ti aiuterà a prendere decisioni più informate.
  2. Pondera le possibili opzioni:
    • Elenco delle Opzioni: Se ne hai il tempo, e non è una situazione che prevedere una reazione rapida, scrivi una lista di opzioni disponibili per affrontare la situazione. Includi alternative diverse e valuta i pro e i contro di ciascuna.
    • Prioritizzazione: Ordina le opzioni in base alla loro efficacia potenziale e alla coerenza con i tuoi valori. Questo ti aiuterà a concentrarti su soluzioni davvero realizzabili e significative.
  3. Tempo di Riflessione:
    • Periodo di Attesa: Non temere di prenderti del tempo per riflettere. Non tutte le decisioni richiedono una risposta immediata. Un breve periodo di attesa può portare a scelte più mature e ben ponderate.
    • Consultazione: Condividi le tue riflessioni con persone di cui ti fidi per ottenere prospettive esterne. Un consiglio da chi ti conosce bene può essere inestimabile.

 

Se l’argomento “Intelligenza Emotiva” ti interessa, non perderti il libro “Va’ dove ti porta il Cervello… (che con il cuore hai già fatto abbastanza casini)”.

E se la situazione necessita di una reazione immediata?

 

Non dimenticare che, in molti casi, la tua reazione positiva, sarà il via per un cambiamento positivo per molte altre persone.

 

Come possiamo, allora, prendere la decisione più saggia in tempi in cui dobbiamo rispondere rapidamente?

 

  • Pausa Breve per la Respirazione: Una breve pausa per respirare profondamente ti consente di calmare le emozioni e di guadagnare un momento di chiarezza mentale.

 

  • Identificazione dell’Obiettivo Principale: Chiediti qual è l’obiettivo principale da raggiungere in quella situazione. Definisci chiaramente cosa vuoi ottenere con la tua reazione immediata.

 

  • Valutazione delle Conseguenze Immediate: Anticipa le conseguenze immediate delle tue azioni. Valuta rapidamente se ciò che stai per fare avvicina o allontana dall’obiettivo principale.

 

  • Conservare la Calma: Mantieni il controllo delle tue emozioni. Una reazione impetuosa può amplificare il problema. Concentrati sull’azione che migliorerà la situazione.

 

  • Flessibilità e Adattamento: Sii pronto a modificare il tuo approccio in base all’evolversi della situazione. La flessibilità è un alleato quando il tempo è limitato.

 

Non dimenticare che, in molti casi, la tua reazione positiva, sarà il via per un cambiamento positivo per molte altre persone.

 

Ti invito a continuare il tuo viaggio di scoperta sull’intelligenza emotiva leggendo altri articoli sul nostro sito.

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